Farmaci ad alto costo: la distribuzione diretta deve continuare

Un paio di mesi fa, era apparsa sulla stampa la notizia che Federfarma Fvg – l’associazione regionale di categoria delle farmacie – raccoglieva le firme a sostegno della propria richiesta tesa a riportare in distribuzione esclusiva presso le farmacie i farmaci innovativi ad alto costo che, in forza di una norma di legge regionale di alcuni anni fa, ora sono distribuiti gratuitamente e “direttamente” dal Sistema Sanitario Regionale (SSR) presso le farmacie delle Aziende sanitarie o i Distretti o, nelle aree più marginali del territorio, anche presso quelle farmacie che effettuano la distribuzione ai pazienti dei medicinali, sempre acquistati direttamente dalla Regione, e consegnati ai pazienti dalle farmacie, “per conto” della sanità regionale.
Successivamente varie prese di posizione hanno indotto l’Assessore Kosic ad aprire un tavolo di trattativa con Federfarma FVG.  Ma il rifiuto di Federfarma FVG, espresso a quel tavolo, di accogliere la richiesta della Regione di prorogare di alcuni mesi l’accordo scaduto il 31 dicembre 2009 (sperimentale solo per le Aziende sanitarie n. 3 “Alto Friuli” e 4 “Medio Friuli”) e di estenderne la sperimentazione alle restanti aree della Regione, fino alla definizione di una nuova intesa tra Regione, farmacie e distributori all’ingrosso, valida per tutto il territorio regionale, rende chiaro che quell’Associazione sostiene (del tutto legittimamente, sia chiaro) i propri interessi, ma non può far credere che, raccogliendo le firme dei cittadini, intendeva farsi carico dei reali problemi dell’utenza, come invece è apparso sulla stampa.
Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, che puntano a contenere la spesa farmaceutica per destinare le risorse allo sviluppo dei servizi e degli interventi, in primo luogo quelli territoriali, domiciliari e sociali, da parte loro affermano che serve al più presto una nuova intesa che confermi la “distribuzione diretta” dei medicinali innovativi ad alto costo presso le farmacie ospedaliere, delle Aziende e dei Distretti sanitari e che ne estenda la “distribuzione per conto” presso la rete delle farmacie dell’intera Regione, mantenendo ferma la necessità di andare incontro alle esigenze dell’utenza (debole) e di tutelare il miglior utilizzo delle risorse pubbliche, a maggior ragione in una fase in cui sono insufficienti perfino a far fronte ai bisogni primari.

Farmaci ad alto costo, la distribuzione diretta deve continuare

La distribuzione diretta dei farmaci ad alto costo nelle strutture del servizio sanitario regionale deve continuare. A chiederlo sono le segreterie regionali dei sindacati dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, schierate in difesa della legge, approvata durante la scorsa legislatura, che prevede l’acquisto diretto di tali farmaci a carico del servizio sanitario regionale e la distribuzione gratuita presso le farmacie degli ospedali e i distretti. «Una norma – scrivono i sindacati in una nota unitaria –  che ha garantito alla sanità regionale risparmi del 50%, nell’ordine di molti milioni di euro».
La distribuzione, oltre che dalle strutture pubbliche, era garantita anche dalle farmacie private, in virtù di un accordo stipulato con Federfarma, l’associazione di categoria delle farmacie, per  venire incontro alle esigenze dei pazienti residenti nelle aree periferiche tra cui diversi anziani. «Ma quell’accordo – denunciano i sindacati – è stato lasciato colpevolmente scadere dalla Regione. Il mancato rinnovo ha favorito l’iniziativa di Federfarma, che ha colto l’occasione propizia per avviare una raccolta di firme tra i propri clienti per chiedere la cessazione della distribuzione diretta dei farmaci presso le aziende ospedaliere e i distretti». Un’iniziativa, quella dei farmacisti, duramente criticata dai sindacati: «Se la Regione cedesse e passassero le tesi di Federfarma – sostengono Spi, Fnp e Uilp, la sanità regionale ne risulterebbe indebolita, perché sarebbe costretta a chiudere le farmacie interne appena avviate, con ovvio beneficio dei distributori e delle farmacie private».
A pagarne le conseguenze, sostengono i sindacati, sarebbero i conti della sanità regionale, già penalizzati dal sottofinanziamento previsto per il 2010. «In una fase di scarsità di risorse come quella che stiamo vivendo – affermano le segreterie regionali – gli sprechi devono essere assolutamente evitati. La distribuzione diretta dei medicinali nelle strutture pubbliche non solo deve proseguire, ma deve essere rafforzata attraverso un’estensione degli orari. Nel contempo deve essere realizzata al più presto una nuova intesa tra Regione e Federfarma, per estendere la distribuzione “per conto” dei farmaci in tutte le farmacie ubicate nelle aree periferiche, garantendo così piena assistenza a tutti i cittadini».