Ticket sulla diagnostica, i pensionati tornano alla carica

Recuperare nuove risorse per eliminare o quantomeno attenuare e graduare l’impatto dei ticket sulla diagnostica introdotti dalla prima manovra del Governo. Questa la richiesta che i sindacati pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil rilanciano alla Giunta regionale, preso atto dei numerosi casi eclatanti di aumento segnalati da iscritti e cittadini. Aumenti legati in particolare a casi di prescrizioni multiple, dal momento che l’aumento di 10 euro si calcola su ogni singola ricetta. 
«Altre Regioni – scrivono in una nota i segretari generali Ezio Medeot (Spi), Gianfranco Valenta (Fnp) e Caterina Martina (Uilp) hanno applicato gli scellerati ticket solo a partire dal 29 agosto, un mese dopo l’entrata in vigore in Fvg e soprattutto dopo aver messo a punto una diversa modalità applicativa secondo la quale, fatti salvi gli esenti per patologia, condizione, età o reddito, l’importo del ticket sulla diagnostica, sulla specialistica e sul pronto soccorso è graduato a seconda dei redditi complessivi o meglio dell’Isee familiare. Non così in regione, dove gli aumenti rischiano di essere pesantissimi per disoccupati, precari, per una larga fascia di pensionati e in genere per tutte le famiglie a reddito medio basso».
Dopo l’accoglimento solo parziale delle richieste avanzate dai sindacati pensionati in occasione dell’assestamento di bilancio, le segreterie regionali tornano alla carica, ribadendo le loro priorità. Oltre alla graduazione dei ticket, anche il rifinanziamento del fondo per l’assistenza domiciliare (Fap, fondo per l’autonomia possibile), che nel 2012 avrà una decurtazione di 9 milioni (sugli attuali 28,7) a causa del taglio dei fondi nazionali, nuove regole contro il caro-rette per gli ospiti delle case di riposo e il rilancio dei piani di zona, fermi da due anni. Un pacchetto di proposte, questo, che sarà al centro dell’incontro con l’assessore Kosic, già convocato per il 5 ottobre.