Sul territorio cresce il ruolo dei pensionati

La contrattazione articolata va per la maggiore. Nelle fabbriche, negli uffici, in generale sui posti di lavoro. Ma c’è anche un altro tipo di contrattazione di secondo livello, quella che sul piano sociale svolgono i sindacati dei pensionati Cgil, Cisl e Uil con regioni, comuni, Asl.
Sono notizie per lo più fuori dalla luce dei riflettori, perché interessano persone che non fanno notizia, appunto i pensionati e in generale i soggetti più deboli, e perché si perdono in mille rivoli di cui si finisce per dar poco o nessun conto.
Ma sono fatti importanti, perché smuovono risorse importanti, perché significano reddito per le persone che vi sono coinvolte, perché sono diretti a milioni di persone, che saranno anche povere e prive di appeal, ma poi votano e sono bene attente a chi dare le loro preferenze, perché quei bisogni che con la contrattazione sociale si cerca di soddisfare rappresentano la cifra della loro vita, troppo spesso al di sotto della dignità.
Con questa contrattazione, che da circa tre anni ha preso il via e continua a crescere, si negozia una miriade di piccole grandi cose. Il controllo e il contenimento dei prezzi al consumo, le politiche tariffarie, gli interventi a sostegno del reddito di chi ha perso il lavoro o è in cassa integrazione, le politiche di formazione continua, le politiche abitative, tutto quanto attiene all’assistenza sanitaria e a quella sociale alle persone non autosufficienti.
Non sono cose di poco conto. Il totale degli interventi negoziati a favore delle persone arriva a circa 13 miliardi di euro e la metà di questi passano attraverso la contrattazione territoriale, che viene svolta dai sindacati dei pensionati Cgil, Cisl e Uil, lo Spi, la Fnp e la Uilp, assieme alle Confederazioni.
Sulla titolarità del diritto a questa contrattazione c’è per lo più battaglia. Le strutture territoriali delle confederazioni rivendicano la loro titolarità a trattare con gli enti locali, i sindacati dei pensionati si ritengono più strutturati a questa speciale negoziazione, soprattutto più presenti.
I sindacati territoriali Cgil, Cisl e Uil sono in tutti i capoluoghi di provincia, in tantissimi comuni, ma i sindacati dei pensionati sono presenti ovunque. E hanno un interesse specifico a questi filoni contrattuali, sanno che per i loro iscritti, soggetti socialmente deboli, essere aiutati nelle grandi come nelle piccole cose, un assegno di pensione più alto ma anche poter acquistare a prezzi solidali, essere esentati da alcuni ticket, essere inclusi in politiche di assistenza domiciliare, ottenere alcune piccole agevolazioni può essere determinante per la dignità della loro vita. E così a trattare si va spesso in due, nei centri più piccoli ci vanno solo i sindacati dei pensionati, che negoziano a nome di tutti. Regioni e comuni non si tirano indietro. I risultati però non sempre ci sono, pesano ritardi culturali e spesso anche ideologici a investire nel sociale. Ma soprattutto pesa la carenza di risorse, specie in tempi di crisi.
Massimo Mascini

Massimo Mascini, inviato de “Il Sole 24 Ore”, è uno dei più autorevoli osservatori del mondo sindacale e delle relazioni industriali in Italia. E’ direttore anche della rivista on line “Il diario del lavoro” per la quale scrisse un bel ricordo in memoria di Bruno Trentin al quale lo legava una lunga amicizia pubblicato il 14 gennaio 2008. Recentemente ha curato per la stessa rivista on line, L’Annuario del lavoro 2008. E’ autore o coautore di numerose ricerche e libri.