A luglio la quattordicesima per 83mila pensionati Fvg

Sono oltre 83mila i pensionati del Friuli Venezia Giulia che a luglio si vedranno accreditare la cosiddetta “quattordicesima” mensilità, istituita per legge (la 128) nel 2007 a seguito degli accordi tra sindacati dei pensionati e l’allora Governo Prodi. La misura, come ricorda la segreteria regionale dello Spi-Cgil, riguarda interessa pensionati con più di 64 anni di età e un reddito annuo lordo nel 2008 non superiore a 8.934,90 per il beneficio intero, a 9.438,90 euro per il beneficio parziale.
L’ammontare massimo dell’assegno in pagamento a luglio va dai 336 euro della prima fascia, costituita dai pensionati con almeno 15 anni di contributi versati (18 per gli autonomi), ai 504 della terza fascia, di cui fa parte chi vanti almeno 25 anni di contribuzione (28 per gli autonomi).
Nessun beneficio invece per chi superi i limiti di reddito previsti dalla legge 128/2007, «a causa del rifiuto dell’attuale Governo – sottolinea in una nota la segreteria regionale dello Spi – di portare avanti il confronto con i sindacati dei pensionati».
Lo Spi regionale, pronto a scendere in piazza per invocare l’estensione della misura al di sopra delle attuali soglie di reddito, ribadisce inoltre le proprie accuse alla Social Card: «Una misura fallimentare e umiliante – dichiara la segreteria regionale –  che doveva dare risposta ai bisogni di oltre 1,3 milioni di persone a livello nazionale, mentre i  beneficiari reali si sono fermati a circa 400 mila. E in Fvg, a fronte dei 25mila beneficiari preventivati, i titolari di Social Card sono appena 4mila». Da qui le critiche alla scelta di incrementare di 20 euro l’intervento nazionale, prevista dalla Finanziaria regionale 2009, e di discuterne addirittura l’estensione fino a un importo mensile di 100 euro, di cui 60 garantiti dalla regione. «Per l’incremento di 20 euro – commenta ancora lo Spi – la legge di bilancio ha stanziato 5 milioni, di cui 3,8 tuttora inutilizzati. Risorse che sarebbe stato molto più utile dirottare sul rafforzamento dell’assistenza domiciliare ai non autosufficienti e sull’abbattimento delle rette in casa di riposo, come richiesto dai sindacati dei pensionati».
La nota della segreteria regionale si conclude con un attacco polemico al ministro Brunetta, il quale ha dichiarato che pensionati e lavoratori dipendenti non sono stati toccati dalla crisi ma hanno anzi visto un aumento dei redditi reali: «Il ministro sostiene che i pensionati vivono da nababbi, ma i dati Istat dimostrano come cresca il numero di coloro che vivono sotto la soglia di povertà, che devono fare anche i conti con il taglio del Fondo sociale, annunciato dal Governo alle Regioni. Piuttosto che sentir sbandierare le presenunte riforme di Brunetta, preferiremmo che il Governo desse il via alla prima vera riforma da fare, quella contro i costi dell’evasione e della corruzione, che ammontano a oltre 260 miliardi di euro all’anno tra mancati introiti e interessi sul debito pubblico».