Social card, misura spot anche in Fvg: non è la risposta giusta alla povertà 

Oggi l’Istat ha certificato che, nel 2007, oltre il 5,3% delle famiglie ha avuto difficoltà ad acquistare i generi alimentari necessari a sopravvivere e che il 15,4%, in crescita rispetto al 14,6% del 2006, ha difficoltà ad arrivare a fine mese. A questa situazione già drammatica per milioni di cittadini, in gran parte anziani, il Governo nazionale risponde aumentando del 3,3% le pensioni a partire dal gennaio del 2009. In realtà, più che un aumento, è solo il parziale recupero dell’inflazione del 2008. Parziale: così restando le cose, quindi, le pensioni nel 2009 saranno ancora un po’ più povere che nel 2008. perché avranno perso un altro pezzo del loro potere d’acquisto.
L’altra risposta è la social card da 40 euro al mese, una misura inadeguata che mette in difficoltà la platea dei destinatari, in gran parte persone anziane, ai quali sarebbe stato molto meglio garantire un aumento netto delle loro troppo piccole pensioni. Alle estenuanti pratiche cui sono costretti gli anziani per verificare se rispettano tutti i 15 criteri previsti per l’accesso alla social card, si aggiungono le umiliazioni che devono sopportare quando, alla cassa di un supermercato, li informano che la tessera non è stata ancora attivata, costringendoli spesso a svuotare i carrelli.
Nonostante questo, la Regione ha deciso di accodarsi al Governo, deliberando l’aumento di 20 euro di 25mila social card in regione. A parte il fatto che per garantire tale aumento serviranno 6 milioni e non 5, si tratta di una misura più di propaganda che di sostanza. Un intervento deliberato senza la copertura dei costi di gestione e deciso dopo aver tagliato di netto altri interventi come il reddito per la cittadinanza, una misura  che da molti anni è presente in quasi tutti i paesi europei, per garantire un aiuto a chi si trova in una situazione temporanea di difficoltà.
Molto meglio sarebbe stato destinare i 5 milioni del FVG all’aumento degli stanziamenti sul Fondo per l’autonomia possibile, per garantire continuità di sostegno alle persone non autosufficienti assistite a casa loro, per aiutare di più i nuclei familiari a sostenere gli oneri per una badante, per abbattere un po’ di più le rette per le case di riposo: una platea di potenziali destinatari che supera le 50.000 persone.
Tra qualche mese sapremo quanti saranno i reali beneficiari della Carta acquisti, in Italia ed anche qui in regione. E forse ci renderemo conto che sarebbe stato molto meglio sommare queste risorse ad altri interventi o al miglioramento delle pensioni, senza vessare le persone con adempimenti e pratiche infinite.