Non autosufficienti, il sostegno va collegato al reddito

I sindacati regionali dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil chiedono da tempo alla Regione di aumentare i fondi per l’assistenza alle persone non autosufficienti, assistite a domicilio o in casa di riposo. Tra le proposte avanzate per incrementare le dotazioni del Fap (fondo per l’autonomia possibile) e l’abbattimento delle rette in casa di riposo anche l’utilizzo delle risorse stanziate per la quota regionale della Social card e rimaste inutilizzate. Il tutto nell’ambito di un nuovo criterio di erogazione, legato ai livelli di reddito e alla gravità dei singoli casi.
La Giunta regionale ha detto no, sostenendo che mancano risorse e lasciando così senza sostegni numerose famiglie comprese quelle che si sono dovute sobbarcare i pesanti aumenti delle case di riposo – mediamente 2,5 euro giornalieri – scattati dal 1° gennaio 2009. A questo proposito va precisato che l’abbattimento della retta riguarda solo 6.000 persone non autosufficienti, a fronte di quasi 11.000 posti letto autorizzati, con una riduzione giornaliera pro-capite di 15,60 o 12,48 euro, che viene applicata senza distinzioni commisurate ai redditi o alla gravità della non autosufficienza e ha un costo a bilancio di 36 milioni all’anno.
Nell’ultimo incontro con l’assessore Kosic, tenutosi il 6 ottobre, i sindacati dei pensionati hanno rinnovato precise richieste per far partire il processo di riqualificazione delle case di riposo, atteso da dieci anni, e per riordinare tutta la partita delle rette e dei contributi da erogare alle persone non autosufficienti. All’assessore abbiamo chiesto anche spiegazioni in merito alla recente proposta avanzata dalla Lega Nord, che ha auspicato il raddoppio dei fondi destinati all’abbattimento delle rette. Se un’importante forza politica della maggioranza sostiene questo, è segno che esiste, nonostante la crisi, una disponibilità di risorse superiore a quella dichiarata dalla Giunta. La misura comporterebbe infatti un costo aggiuntivo di oltre 36 milioni all’anno.
Noi pensiamo che queste risorse, se effettivamente ci sono, andrebbero utilizzate meglio di come è stato fatto finora. Pertanto continueremo ad incalzare la Regione , chiedendo di definire con chiarezza ed equità gli oneri di assistenza sanitaria e sociosanitaria di cui si fa carico il sistema sanitario pubblico. Si tratterebbe di passare, già a partire dal 20101, dalle attuali modalità di sostegno ad una forma di contribuzione commisurata alla gravità del singolo caso e ai livelli di reddito. Questo non soltanto per gli utenti delle case di riposo, ma anche per le persone non autosufficienti assistite a domicilio.