Appello dello Spi: “Sanità , investire sul territorio”

No all’azienda sanitaria unica, sì alla razionalizzazione della spesa ospedaliera, che deve andare di pari passo però con un indispensabile programma di investimenti sui servizi socio-sanitari territoriali. A oltre quindici anni dall’approvazione della riforma Fasola (legge 13/95), la spesa sanitaria regionale evidenza ancora un evidente squilibrio sul versante ospedaliero, a scapito del territorio e della prevenzione.
Questo il messaggio del sindacato pensionati Spi-Cgil del Friuli Venezia Giulia all’assessore regionale alla Salute Vladimir Kosic. A lanciarlo Gino Dorigo, responsabile welfare della segreteria regionale dello Spi, nel corso di un incontro tenutosi l’11 febbraio a pasian di Prato, alla presenza del segretario generale della Cgil Fvg Franco Belci e di Celina Cesari, dello Spi nazionale: «Il nuovo concetto di area vasta ““ ha detto Dorigo ““ non può essere considerato la chiave di volta per la razionalizzazione del sistema. È indispensabile, come ammette lo stesso assessore, un “tagliando” sullo stato di attuazione della legge 13, analizzando attentamente le cause che hanno impedito il raggiungimento di alcuni obiettivi fondamentali della riforma: a partire dal mancato riequilibrio della spesa tra ospedale e territorio e dalle forti disomogeneità  ancora presenti tra le diverse aree sia nei livelli di spesa, sia negli standard dei servizi».
La strada, per lo Spi e per la Cgil , non può essere rappresentata da soluzioni di semplice «architettura istituzionale» come l’azienda sanitaria unica: «Una soluzione ““ ha dichiarato il segretario regionale della Cgil Franco Belci, alla quale diciamo no perché pregiudicherebbe la necessaria partecipazione alle scelte degli enti locali e anche del sindacato, nelle sue articolazioni territoriali». Altrettanto decise le critiche che lo stesso Belci muove all’assessore Kosic: «Che non pratica alcun confronto col sindacato, ma si limita a comunicare decisioni già  prese. Ecco perché la Cgil ha deciso di avviare un’ampia consultazione con tutte le categorie coinvolte, ordini professionali comprese, per cercare di costruire una proposta il più possibile condivisa sul governo del sistema socio-sanitario».
Di legge 13 ha parlato anche il consigliere regionale Stefano Pustetto, medico ospedaliero e responsabile della missione valutativa sullo stato di attuazione della riforma: «È evidente ““ ha detto ““ che molti dei suoi obiettivi sono stati falliti, sia sul piano economico che su quello della qualità  dei servizi. La sanità  non si gestisce solo fissando degli standard quantitativi, è un sistema complesso che richiede capacità  di governance e di confronto con gli operatori. Capacità  che l’attuale assessore non possiede. Il rischio evidente, quindi, è che col nuovo piano sanitario si ripropongano gli stessi errori e gli stessi problemi che hanno caratterizzato il cammino della legge Fasola». Fonte: Farmaedo