Immigrazione e violenza sulle donne al centro della Festa di Liberetà
«L’innalzamento
da 6 a 18 mesi dei tempi di permanenza dei richiedenti asilo nei Cpr, la pretesa di un blocco navale e l’idea di un’accoglienza basata su hotspot e Cpr sono scelte non soltanto sbagliate sul piano etico e giuridico, ma destinate anche a rivelarsi inefficaci». È quanto ha dichiarato Roberto Treu, segretario generale dello Spi Cgil Friuli Venezia Giulia, aprendo i lavori della 13. Festa regionale di Liberetà, tenutasi oggi a Tricesimo (Udine). «L’incremento dei flussi migratori – ha aggiunto Treu, commentando le misure annunciate dal Governo – non è un’emergenza imprevista, ma un fenomeno strutturale che si può affrontare sia a livello europeo, favorendo la creazione di corridoi umanitari e una gestione condivisa dell’accoglienza a migranti e richiedenti asilo, sia da parte dell’Italia, attraverso politiche di integrazione e un’adeguata programmazione degli interventi. Per farlo è indispensabile in primis sbloccare i trasferimenti nelle altre regioni, i cui ritardi stanno paralizzando la nostra rete regionale dell’accoglienza, depotenziata e abbandonata a sé stessa di fronte al nuovo intensificarsi dei flussi lungo la Rotta balcanica, ma bisogna anche tornare a investire su quel modello di accoglienza diffusa che il centrodestra intende smantellare».
da 6 a 18 mesi dei tempi di permanenza dei richiedenti asilo nei Cpr, la pretesa di un blocco navale e l’idea di un’accoglienza basata su hotspot e Cpr sono scelte non soltanto sbagliate sul piano etico e giuridico, ma destinate anche a rivelarsi inefficaci». È quanto ha dichiarato Roberto Treu, segretario generale dello Spi Cgil Friuli Venezia Giulia, aprendo i lavori della 13. Festa regionale di Liberetà, tenutasi oggi a Tricesimo (Udine). «L’incremento dei flussi migratori – ha aggiunto Treu, commentando le misure annunciate dal Governo – non è un’emergenza imprevista, ma un fenomeno strutturale che si può affrontare sia a livello europeo, favorendo la creazione di corridoi umanitari e una gestione condivisa dell’accoglienza a migranti e richiedenti asilo, sia da parte dell’Italia, attraverso politiche di integrazione e un’adeguata programmazione degli interventi. Per farlo è indispensabile in primis sbloccare i trasferimenti nelle altre regioni, i cui ritardi stanno paralizzando la nostra rete regionale dell’accoglienza, depotenziata e abbandonata a sé stessa di fronte al nuovo intensificarsi dei flussi lungo la Rotta balcanica, ma bisogna anche tornare a investire su quel modello di accoglienza diffusa che il centrodestra intende smantellare».
Immigrazione e violenza di genere i due grandi temi scelti dallo Spi per l’edizione 2023 della Festa di Liberetà , assieme alle altre questioni al centro della mobilitazione nazionale Cgil: il potere di acquisto delle pensioni e dei salari, l’esigenza di una riforma del fisco e della previdenza, la crisi della sanità pubblica e le altre sfide lanciate al Governo con la manifestazione nazionale indetta a Roma per il 7 ottobre. «Al Governo – ha spiegato Treu – chiediamo una legge finanziaria che risponda alle vere priorità del Paese: investimenti sulla sanità e sul sociale, in forte crisi anche in questa regione, dove crescono i problemi e aumenta il numero di persone costrette a rinunciare alle cure, in difesa del potere di acquisto delle persone, in particolare dei pensionati, in forte difficoltà anche a causa del mancato rispetto dell’accordo che era stato sottoscritto con il Governo Draghi per un ritorno alla piena rivalutazione delle pensioni all’inflazione»
Di immigrazione hanno parlato anche Carla Mastrantonio, della segreteria nazionale Spi-Cgil, oltre a Gianfranco Schiavone, presidente del Consorzio italiano Solidarietà, che ha puntato il dito sul «caos assoluto del sistema di accoglienza in Italia e in regione, a causa di una visione egemone di paura e di chiusura che il centrodestra ha portato a livelli parossistici». Diritti delle donne e violenza di genere, invece, sono stati i temi affrontati da Taher Djafarizad, presidente di Neda Day, l’associazione di Pordenone fondata nel 2009 in memoria della studentessa Neda Agha Soltan, uccisa dal regime iraniano durante una manifestazione di protesta, e Alice Boeri, responsabile del centro antiviolenza IoTuNoiVoi Donne Insieme di Udine. «Confrontarci con le loro voci ““ ha spiegato Treu ““ ci ha consentito una riflessione sui fattori che tuttora relegano le donne in una posizione di secondo piano nella società e nel lavoro, anche in Italia, e che alimentano la piaga della violenza di genere. Il nostro sindacato è fortemente impegnato su questi temi, consapevole che la sfida è prima di tutto culturale e deve partire dalla scuola e dall’informazione».