Buon lavoro e integrazione priorità per il paese: l’impegno Spi per i referendum

«La campagna referendaria avviata dalla Cgil con i quattro quesiti su licenziamenti, contratti a termine e appalti tocca temi centrali per il futuro del Paese, fondamentali per far ripartire l’ascensore sociale e per garantire la tenuta degli equilibri previdenziali e del nostro sistema di welfare». È quanto ha dichiarato Renato Bressan, segretario regionale del Sindacato pensionati Cgil, aprendo questa mattina l’attivo dello Spi Friuli Venezia Giulia, riunitosi a Cervignano alla presenza dei segretari generali della Cgil Fvg e dello Spi nazionale, Michele Piga e Tania Scacchetti (nella foto, durante la manifestazione del Primo Maggio a Monfalcone).

A RISCHIO IL PATTO GENERAZIONALE «Con una media di 3,6 espatri ogni mille abitanti – ha detto Bressan –  il Fvg è la regione italiana che ha registrato, negli ultimi dieci anni, il tasso più alto di emigrazione. Tra il 2014 e il 2023 sono partiti 43mila residenti, per lo più ragazzi e ragazze tra i 25 e i 34 anni per i quali l’ascensore sociale è fermo, tra cui molti laureati che non riescono a trovare un’occupazione stabile, retribuita dignitosamente e che possa rispondere ai loro progetti di vita. Tutto questo contribuisce a uno squilibrio che compromette il patto intergenerazionale su cui si reggono gli equilibri previdenziali, il nostro sistema di welfare, i legami affettivi, familiari e sociali delle nostre comunità». Da qui, per Bressan, l’importanza della sfida referendaria.

REFERENDUM ED EUROPA Al centro dell’attivo di oggi, oltre ai referendum promossi dalla Cgil, che punta a raccogliere oltre 500mila firme entro settembre per arrivare al voto nella primavera del 2025, anche le imminenti elezioni europee dell’8 e 9 giugno. «Elezioni  dal cui esito – ha affermato Bressan – capiremo se l’Unione Europea sarà in grado di svolgere nel prossimo futuro un ruolo di vero interlocutore nei confronti delle grandi potenze, di mediatore dei conflitti e di interprete dei valori di solidarietà, dei diritti di cittadinanza e di partecipazione democratica dei popoli». La risposta alle grandi paure legate alle guerre, ai cambiamenti climatici, allo spettro di crisi economiche e finanziarie, alle ondate migratorie, non deve essere cercata, per Bressan, nella sirena del sovranismo:  «Lo slogan “più Italia e meno Europa” è incomprensibile e tutt’altro che patriottico: i problemi e le paure che abbiamo di fronte, per la loro portata, possono trovare soluzione solo dentro un’Europa capace di giocare un ruolo nello scacchiere globale e di aprire nuove prospettive di crescita, di sviluppo, di coesione sociale e di stabilità mondiale. La sciagurata affermazione dei nazionalismi vanificherebbe ogni sforzo in questa direzione: per questo auspichiamo, senza esitazioni, che si affermino le forze democratiche e progressiste più vicine ai nostri valori».

LA SEGRETARIA GENERALE «Qualità del lavoro significa anche qualità della democrazia e dello sviluppo. Per questo i pensionati sono a pieno titolo in questa battaglia, che è di tutta la Cgil, per un diverso modello di sviluppo. Lo sono perché sono preoccupati per il lavoro dei loro figli e dei loro nipoti, ma ancora di più perché vedono pregiudicate le grandi conquiste che hanno fatto negli anni ‘60 e 70’, quando il lavoro era centrale e soggetto di trasformazione sociale». La segretaria generale Tania Scacchetti motiva così il pieno coinvolgimento dello Spi nella raccolta delle firme e nella campagna referendaria. Una campagna, ha detto, che punta a un radicale cambiamento di rotta nelle politiche del Governo: «Se vogliamo invertire le dinamiche demografiche in atto e i loro effetti, aprendo nuove prospettive di sviluppo, c’è bisogno di un cambio di rotta nella gestione dei fenomeni migratori, che non si devono fermare ma sono una delle basi su cui costruire il futuro del Paese, e nelle politiche per l’occupazione, per offrire ai giovani un lavoro buono e dignitoso, che riconosca competenze e capacità. Paradossalmente, infatti, siamo un Paese  che invecchia tanto ma che costringe molti giovani a espatriare per cercare altrove quelle opportunità che non trovano in Italia».