Aumenti straordinari delle minime, a maggio ancora nessun pagamento

Sarà  uno specifico messaggio
dell’Inps ad annunciare l’avvio dei pagamenti degli aumenti
straordinari previsti dalla Finanziaria 2023 (legge 197 del 29
dicembre 2022) a favore dei titolari di pensioni di importo pari o
inferiore al trattamento minimo. Si tratta di aumenti mensili massimi
di 8,45 euro per i pensionati con meno di 75 anni e di 36,08 euro per
gli over 75.
CHI
HA DIRITTO ALL’AUMENTO
Il
diritto all’aumento decorre da gennaio, ma l’Inps non ha ancora
dato applicazione alla norma, introdotta dalla legge finanziaria per
il 2023, al comma 310 dell’articolo 1. La norma dispone un aumento
straordinario dell’1,5% per tutte le pensioni minime o di importo inferiore al minimo, vale a dire inferiore ai 563,74
euro mensili (ma il valore definitivo della minima dovrebbe salire a 567,94 euro quanto verrà  ricalcolato sulla base del tasso definitivo d’inflazione nel 2022). Aumento che sale al 6,4% per i pensionati di 75 anni.
In entrambi i casi si tratta di un bonus straordinario, applicato a
decorrere dal 1° gennaio 2023 e fino al 31 dicembre 2024: un bonus
che non concorre a formare reddito né a rivalutare la base di
calcolo della pensione minima, che continuerà  ad essere calcolata e
rivalutata in base al tasso d’inflazione ufficiale. Contrariamente
a quanto anticipato da alcuni quotidiani e siti di informazione, gli
aumenti in questione (e i relativi arretrati) non sono stati erogati
con la mensilità  di maggio.
I
TEMPI DI PAGAMENTO
Il
diritto al bonus, come detto, decorre dal 1° gennaio 2023. L’Inps,
con la circolare 35 dello scorso 3 aprile, ha illustrato le modalità 
di applicazione della misura, spiegando che con la prima mensilità 
di erogazione verranno liquidati anche gli arretrati a partire da
gennaio (o dal mese di maturazione dei requisiti, per chi a gennaio
non li avesse maturati, ad esempio in quanto non ancora titolare di
pensione). Per quanto riguarda il riconoscimento dell’aumento extra
(il 6,4% anziché l’1,5%) previsto per gli over 75, il beneficio
decorre dal mese successivo al compimento del 75° anno di età .
IL
CALCOLO DELL’AUMENTO
Per
l’accesso e il calcolo della maggiorazione fa fede non il singolo
trattamento pensionistico, ma il totale delle pensioni di cui è
titolare un singolo beneficiario. Un pensionato titolare di una
pensione inferiore
al minimo e di un altro assegno, ad esempio una pensione di
reversibilità , non ha quindi diritto ad alcun aumento, se l’importo
totale dei suoi redditi da pensione supera i 563,74 euro mensili (che saliranno a 567,94 euro in sede di conguaglio a fine 2023, come detto).
Come già  spiegato più sopra, il bonus non concorre a rivalutare la
pensione minima: si tratta di un bonus straordinario previsto solo
per il biennio 2023-2024 e conteggiato a parte nel cedolino
pensionistico. Sull’importo finale del bonus inciderà  invece il
ricalcolo della rivalutazione definitiva nell’anno in corso, dal
momento che tutte le pensioni (comprese quelle superiori al minimo)
sono state rivalutate a inizio anno sulla base di un tasso
d’inflazione provvisorio del 7,3%, a fonte di un tasso d’inflazione
definitivo ritoccato dall’Istat all’8,1%.
GLI EFFETTI SULLE MINIME
Un
aumento parziale potrà  essere corrisposto anche ai titolari di
pensioni di importo leggermente superiore al minimo (fino a 572,20
euro per gli under 75, fino a 599,82 euro per gli over 75), per
equiparare il loro assegno mensile a quello dei titolari delle
pensioni minime incrementate del bonus. Per alcuni esempi sul calcolo
e sugli effetti della misura ai fini della rivalutazione della
pensione, si invita a consultare la tabella allegata.