Sicurezza e ronde: basta con la demagogia, si facciano riforme vere

Lo Spi-Cgil è preoccupato per le scelte del Governo in materia di sicurezza.
Il ripetersi di efferati delitti è affrontato con misure non adeguate ed anzi pericolose, mentre gli strati più vulnerabili della popolazione (le donne, gli anziani, i migranti ed i bambini) rischiano di vedere la propria condizione ulteriormente peggiorata per l’assenza di riforme positive. Nell’arco di pochi mesi si è passati da provvedimenti puramente propagandistici (3000 militari nelle piazze …) a provvedimenti che, come le ronde, aprono un capitolo delicato nella storia del Paese.
Vengono annunciate “riforme” che, come nel caso delle intercettazioni, renderanno più difficili le indagini. La magistratura è già stata sottoposta a varie riforme nelle ultime legislature, ma mai nel senso di aumentarne efficacia ed efficienza. Importanti leggi a tutela dalle truffe sono state riinviate (la class action), annullate (il divieto di pubblicità telefonica ossessiva) o ridimensionate (le pene per falsi in bilancio e comportamenti scorretti).
Uno stato di diritto è chiamato ad assicurare ai propri cittadini sicurezza e libertà, non può “appaltare” ad organizzazioni private il controllo del territorio Non può favorire la formazione di “ronde” private (per quanto disarmate) nel momento in cui già si registra un grave aumento di episodi xenofobi, razzisti e di gratuita violenza.
Lo Spi-Cgil, interprete delle preoccupazioni di tante pensionate e pensionati di questo Paese, chiede al Governo di assicurare risorse adeguate alle forze dell’ordine, un sistema giudiziario efficiente ed indipendente, risorse per le municipalità, per garantire un ambiente più solidale. Solo così la stessa cittadinanza attiva potrà esprimersi a sostegno dei soggetti più deboli e nella mediazione dei conflitti che la crisi aggrava, ed il diritto alla sicurezza sarà veramente affermato.