Sanità  pubblica Fvg, il grido d’allarme dei pensionati Cgil

«La
giornata di mobilitazione regionale in difesa della sanità  pubblica 
indetta dalla Cgil del Friuli Venezia Giulia per domani, venerdì 10
marzo, è la risposta a un grido d’allarme che arriva ogni giorno anche
alle sedi del Sindacato pensionati per la disastrosa gestione della sanità  regionale da parte della Giunta Fedriga. Gli anziani, infatti, subiscono come
e più degli altri il peso crescente delle criticità  e delle carenze
nella rete dei servizi sanitari e assistenziali negli ospedali e nel
territorio». È quanto dichiara il segretario regionale del
Sindacato pensionati Cgil Roberto Treu, annunciando la «convinta
partecipazione dello Spi» a Trieste, davanti al Consiglio regionale, e
agli altri presidi indetti dalla Cgil, da Pordenone alla provincia di
Udine (con il coinvolgimento di Gorizia).
«Con
oltre settanta sportelli tra sedi e recapiti attivi sul territorio
regionale ““ dichiara ancora Treu ““  lo Spi ha il polso di una situazione
sempre più critica, come ci dicono le quotidiane segnalazioni e
richieste di aiuto che giungono dai pensionati e dalle loro famiglie. A
destare allarme è la crescita drammatica delle liste di attesa, che
finisce per negare, di fatto, l’accesso alle cure per chi non può
permettersi una visita o un esame privato, la mancanza di medici di
base, che lascia scoperte fasce sempre più larghe di famiglie e di
territorio, l’inadeguatezza dei servizi territoriali e dell’assistenza
domiciliare. Ad aggravare ulteriormente la situazione, per gli anziani,
gli aumenti delle rette delle case di riposo, il cui costo giornaliero
supera ormai ovunque i 60 euro giornalieri, al netto del contributo
regionale, insostenibile per la maggior parte dei pensionati. Da qui
l’esigenza di rivendicare, nei confronti dell’attuale maggioranza e di
chi governerà  il Fvg nella prossima legislatura regionale, una politica
di rafforzamento della sanità  pubblica, a partire dalle assunzioni di
personale e dal potenziamento dei servizi territoriali. Serve ““ conclude
il segretario dello Spi ““ un radicale cambio di rotta rispetto alle
politiche di disinvestimento sul pubblico e di aumento dei finanziamenti
al privato che hanno caratterizzato l’operato dell’attuale Giunta e
hanno fatto sprofondare la qualità  della nostra sanità  pubblica, un
tempo tra le migliori in Europa, oggi superata da molte regioni
italiane».