Rivalutazione, fisco, non autosufficienza: i pensionati in piazza a Roma

«Ricostruire
il montante pensionistico tenendo conto dei danni subiti negli anni per
effetto dei blocchi e dei tagli alla rivalutazione delle pensioni».
Questo, per i segretari regionali dei sindacati pensionati Spi-Cgil,
Fnp-Cisl e Uilp-Uil Ezio Medeot, Renato Pizzolitto e Magda Gruarin, il
primo provvedimento da prendere per «fare giustizia» e restituire ai
pensionati quanto perso negli anni a causa dei tagli all’adeguamento
delle pensioni all’inflazione. È una delle principali richieste che i
sindacati rilanciano al Governo alla vigilia della nuova manifestazione
nazionale indetta per sabato (1° giugno) a Roma, a meno di quattro mesi
dalla precedente. Il fronte col Governo è caldo ed è attesa una grande
partecipazione, come dimostra la sede scelta da Spi, Fnp e Uilp: la
vastissima piazza di San Giovanni al Laterano. A confermarlo Medeot,
Pizzolitto e Gruarin, che annunciano la partenza per la capitale di
circa cinquecento pensionati dal Friuli Venezia Giulia.
In ballo non c’è soltanto la perequazione delle pensioni, dopo il
dietrofront del Governo sull’atteso ritorno al “sistema Prodi”, vigente
fino al 2011, e i relativi conguagli rispetto agli importi pagati tra
gennaio e marzo, conguagli dei quali, per i pensionati, è tutt’altro che
casuale il rinvio a giugno: «Il conto si pagherà  dopo le elezioni
europee», commentano i segretari regionali. I pensionati mettono sul
tavolo anche la questione fiscale: «Le tasse sulle pensioni, nel nostro
Paese, sono fra le più alte d’Europa, e i pensionati pagano anche il
conto degli altissimi livelli di evasione, che si ripercuote sia sul
carico fiscale di chi le tasse le paga per intero, sia per le
ripercussioni negative dell’evasione sul welfare», spiegano Medeot,
Pizzolitto e Gruarin, non senza sottolineare gli altri grandi temi della
mobilitazione: «Chiediamo ““ proseguono ““ una legge nazionale sulla non
autosufficienza, perché l’età  media della popolazione aumenta e cresce
il numero di persone che non ricevono un’assistenza adeguata,
l’abolizione dei ticket, la difesa della sanità  e dell’assistenza
pubblica, anche nella nostra regione, contro le spinte sempre più
pressanti verso la privatizzazione, livelli di assistenza uniformi su
tutto il territorio nazionale, la separazione tra assistenza e
previdenza nei bilanci dell’Inps».
Nella lista delle richieste presentate al Governo anche l’estensione della
cosiddetta quattordicesima, l’importo aggiuntivo sulle pensioni basse in
pagamento a luglio, «per dare riposte concrete alla crescita della
povertà ». Su questo fronte, per i pensionati di Cgil, Cisl e Uil, i
risultati del reddito di cittadinanza saranno molto inferiori alle
attese. «In particolare ““ rimarcano Medeot, Pizzolitto e Gruarin ““ se ci
si riferisce alle domande di pensione di cittadinanza, che
rappresentano attualmente solo il 15% del totale. Se questa tendenza
verrà  confermata, saranno soltanto 150mila i pensionati italiani che
riceveranno un’integrazione al reddito con questo strumento, e nella
maggior parte dei casi di importo assai limitato. Tanta propaganda,
quindi, ma pochi benefici concreti».