Politiche per gli anziani, gli impegni della Serracchiani

Una legge sull’invecchiamento attivo e l’istituzione di un fondo
regionale per l’abbattimento delle rette dei non autosufficienti ospitati in
casa di riposo. Queste le novità  salienti in materia di politiche per gli
anziani previste dal programma elettorale della coalizione di centrosinistra,
guidata da Debora Serracchiani.
È stata la stessa candidata presidente ad illustrarle questa mattina nel corso
di un incontro chiesto alle segreterie regionali dei sindacati pensionati di
Cgil, Cisl e Uil, tenutosi questa mattina a Udine, nella sede regionale della
Fnp-Cisl. «La bozza di legge sull’invecchiamento attivo ““ ha annunciato la
Serracchiani ““ è già  in fase avanzata di stesura, nella convinzione che questa
sia un’esigenza prioritaria per una regione dove gli over 65 rappresentano
quasi un quarto della popolazione. Ma un’altra grande urgenza è quella di
ridurre il peso delle rette in casa di riposo sugli anziani non autosufficienti
e sulle loro famiglie, visto che gran parte dei Comuni non riesce più a far
fronte a questa esigenza con risorse proprie».
I sindacati pensionati, con i segretari Gianfraco Valenta (Fnp-Cisl), Ezio
Medeot (Spi-Cgil) e Magda Gruarin (Uilp-Uil), hanno ribadito le rivendicazioni
a lungo sostenute nel corso dell’attuale legislatura, che hanno trovato una
risposta solo parziale da parte dell’attuale Giunta regionale: «L’incremento
del fondo per l’autonomia possibile (Fap), per confermare l’assistenza
domiciliare come opzione prioritaria rispetto al ricovero in strutture
residenziali, l’avvio del processo di riqualificazione delle case di riposo e
l’incremento della quota regionale per l’abbattimento delle rette,
insostenibili per un numero crescente di famiglie, la conferma dell’esenzione
dall’addizionale Irpef per i redditi al di sotto dei 15mila euro. Esigenze,
queste, aggravate da una crisi di reddito e occupazionale che ha portato oltre
50mila famiglie nella fascia di povertà ».
Fnp, Spi e Uilp, infine, hanno anche espresso la propria preoccupazione per la
riforma sanitaria approvata dall’attuale maggioranza, «che non incide sul nodo
centrale delle politiche socio-sanitarie, quello di spostare il baricentro del
sistema sul territorio e sulla prevenzione, piuttosto che che sugli ospedali».
Un tema, anche questo, che i sindacati contano di poter affrontare con tutti i
candidati presidenti, nel corso di un confronto pubblico da tenersi ad aprile.