Pensioni e welfare, prosegue la mobilitazione dei sindacati dei pensionati

Non solo la finanziaria nazionale, che sembra rimandare al 2020 le
risposte alle tante rivendicazioni avanzate dai pensionati, ma anche
la manovra di bilancio regionale, la cui discussione comincia martedì
10, e la riforma della sanità  approvata ieri dal Consiglio. Questi i
temi al centro della mobilitazione dei Sindacati pensionati, che
prosegue in regione come a Roma, dove Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil
terranno tre sit-in in piazza Montecitorio, l’11, il 12 e il 19
dicembre, in concomitanza con il dibattito sulla finanziaria alla
Camera dei deputati.
I
PRESàŒDI. Tre anche le giornate di mobilitazione indette in regione,
davanti alle prefetture, con i presidi di lunedì 9 dicembre a
Trieste (dalle 10.30 alle 12.30) e Pordenone (dalle 11 alle 12.30),
del 10 a Udine (alle 10 l’incontro con il Prefetto) e del 13 a
Gorizia (9.30-11.30), promossi ancora una volta unitariamente dai
sindacati pensionati di Cgil, Cisl e Uil, che rilanciano le richieste
già  al centro della manifestazione nazionale del 16 novembre e del
precedente incontro con i parlamentari del Friuli Venezia Giulia.
Centrale la richiesta di tornare a un sistema più equo di
rivalutazione delle pensioni: tra blocco e tagli alla perequazione,
infatti, la perdita accumulata dai pensionati a partire dal 2012 in
termini di mancato adeguamento all’inflazione supera i 40 miliardi
di euro a livello nazionale e un miliardo nel solo Fvg, dove sono
quasi 150mila i pensionati che ne hanno subito gli effetti.
PENSIONI E FISCO. Ma i sindacati rivendicano misure anche a sostegno
dei pensionati con redditi medio-bassi, che rappresentano la platea
più vasta anche in regione, dove 117mila non superano i mille euro
lordi mensili e ben 186 mila, su un totale di 354mila, si collocano
sotto i 1.500 euro lordi, vale a dire 1.200 euro netti al mese. Da
qui la richiesta di innalzare da 1.000 a 1.500 euro il tetto della
quattordicesima, con 82mila potenziali nuovi beneficiari in regione,
di rafforzare le minime, coinvolte solo in minima parte dai benefici
del reddito e della pensione di cittadinanza, ma soprattutto di una
riduzione della pressione fiscale sui pensionati, attualmente la più
alta in Europa, in linea con il positivo abbassamento del cuneo
fiscale per i lavoratori dipendenti. «Tutto questo ““ precisano
Treu, Pizzolitto e Gruarin ““ senza dimenticare l’esigenza di una
riforma organica della Fornero, per rendere più elastici i criteri
di accesso alla pensione e affrontare il grave problema delle
prospettive pensionistiche dei giovani»
NON
AUTOSUFFICIENTI, 15.000 FIRME. È vicina a quota 15mila firme,
intanto, la sottoscrizione promossa anche in regione a sostegno di
una legge nazionale per i non autosufficienti. Un provvedimento,
questo, su cui è forte il pressing sindacale anche in Fvg, visti gli
elevati indici di invecchiamento della nostra regione, dove tra gli
over 65 i non autosufficienti sono oltre 100mila, di cui 28mila in
condizioni di non autosufficienza totale. E sono proprio gli effetti
dell’invecchiamento, con la forte crescita della popolazione
anziana e delle malattie croniche, che dovrebbero imporre ““ secondo
i segretari regionali di Spi, Fnp e Uilp ““ «un’accelerazione del
processo di integrazione tra sanità  e assistenza, che sembra segnare
invece un’ulteriore battuta d’arresto in questa legislatura».
SANITÀ
FVG, CRITICHE ALLA RIFORMA. Ad aggravare le preoccupazioni dei
sindacati in materia di sanità  l’approvazione del disegno di legge
70, che per Treu, Pizzolitto e Gruarin «punta sulla scelta sbagliata
di aumentare il ricorso alle prestazioni dei privati e non lascia
intravvedere soluzioni in grado di accelerare il processo di
rafforzamento dei servizi territoriali, di innovazione del sistema e
di integrazione tra sanità  e assistenza, integrazione già 
compromessa in partenza dal mancato raccordo tra la riforma della
sanità  e quella degli enti locali». Forti dubbi anche sul «pesante
ricorso alle deleghe, che rischia di svilire il ruolo del Consiglio
nell’iter di una riforma ancora a metà  del guado». Ecco perché i
sindacati, che aderiranno al presidio già  promosso per martedì 10
dicembre dai sindacati della sanità  pubblica sotto il Consiglio
regionale, sollecitano l’esigenza urgente di un incontro con
l’assessore e di un’audizione dei sindacati davanti alla terza
Commissione, per far chiarezza sui contenuti della legge appena
approvata e sull’estensione delle deleghe in mano alla Giunta».