Le case di riposo a Udine, check-up della Cgil

Garantire un elevato livello di assistenza infermieristica e riabilitativa,
anche attraverso il potenziamento della formazione. Eliminate progressivamente
le camere con più letti, ponendosi come obiettivo la stanza singola per tutti
gli ospiti. Introdurre l’obbligo dell’aria condizionata. Queste le richieste
che la Cgil di Udine, assieme alle categorie dei pensionati e del pubblico
impiego, presenterà  al futuro governo generale, con la priorità  di dare avvio
al processo di riqualificazione delle case di riposo, di fatto “congelato”
dalla Giunta Tondo. «Tutto questo ““ scrivono le segreterie di Cgil, Spi e Fp
provinciali in una not congiunta ““ nel quadro di da un sistema di controllo
pubblico oggi totalmente mancante, per giungere ad una qualità  certificata di
tutte le strutture pubbliche e private, e rafforzando nel contempo i fondi
sull’assistenza domiciliare».
L’appello arriva dopo un seminario, organizzato questa settimana a Pasian di
Prato, nel quale la Cgil ha analizzato i risultati di un questionario svolto in
tutte le 57 case di riposo della provincia, che ospitano complessivamente 4.600
persone, di cui 3.300 non autosufficienti. «Le risposte ““ dichiarano ancora le
segreterie ““ sono state esaurienti da parte di tutte le strutture, cui va
quindi riconosciuto il merito di essersi aperte con trasparenza allo sguardo
della Cgil».
Dall’indagine, secondo la Cgil, emerge «il gigantesco ritardo
dell’amministrazione regionale» sui problemi degli anziani ospiti delle
strutture. Solo il 16,5% delle stanze, infatti, sono singole, una percentuale
quasi analoga a quella delle stanze con più di 2 letti (15%). Circa il 20%
delle camere, inoltre, non sono dotate di bagno, e meno di metà  ha l’aria
condizionata.
«La Giunta di centrodestra ““ si legge nella nota ““  aveva definito nuovi standard di assistenza, da noi giudicati
peraltro insufficienti, per superare quelli precedenti, risalenti agli inizi
degli anni ’90. Peccato però che a distanza di oltre quattro anni non sia mai
stata mai sbloccata la fase transitoria, nella quale l’applicazione dei nuovi
criteri è stata congelata. Mentre i nostri anziani restano in attesa dei
miglioramenti, le rette sono aumentate, diventando insostenibili per un numero
crescente di utenti».
Alla nuova maggioranza, dunque, il compito di «intervenire in modo radicale,
per sbloccare la situazione non limitandosi ad attuare gli standard fatti e
bloccati dalla Giunta di centrodestra, ma definendo nuovi standard più
avanzati. Solo così si rafforzeranno le scelte positive già  fatte da tante case
di riposo, che attuano livelli di assistenza ben più elevati di quelli previsti
dalla regione, e si favorirà  il miglioramento delle strutture con livelli meno
avanzati».