Emergenza Covid, sanità  e assistenza i fronti decisivi: proteggere lavoratori e utenti

Per
vincere la battaglia contro il virus e accelerare i tempi di uscita
dall’emergenza è indispensabile un ulteriore rafforzamento delle misure
di prevenzione e di contrasto al contagio nella sanità  e
dell’assistenza, nell’interesse dei lavoratori, degli utenti e di tutti i
cittadini. Questo l’appello che Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato
all’amministrazione regionale e ai sindaci del Friuli Venezia Giulia,
nel corso dei due incontri (tenutisi ieri, giovedì 2 aprile) con
Anci-Federsanità  e con la Direzione regionale alla Salute. Il doppio
appuntamento è stato l’occasione per sollecitare, «oltre alla regolare
fornitura dei dispositivi di protezione individuale per chi opera nelle
strutture sanitarie, nelle case di riposo, nelle Rsa e nell’assistenza
domiciliare», anche «la definizione di protocolli che prevedano
l’effettuazione di tamponi con cadenza almeno settimanale per
tutto il personale impegnato in queste strutture e l’individuazione di
procedure e strutture per l’assistenza sanitaria ai contagiati e il loro
isolamento».
A
rafforzare questa esigenza, sostengono per le segreterie regionali
Rossana Giacaz (Cgil), Luciano Bordin (Cisl) e Magda Gruarin (Uil), i
dati sull’impatto dell’epidemia sugli operatori del sistema
socio-sanitario, sugli ospiti delle case di riposo, dov’è stato
purtroppo altissimo il numero di vittime, e su tutti i lavoratori
impegnati anche indirettamente in questo comparto, compresi quelli dei
servizi in appalto, dalle mense alle pulizie. Per quanto riguarda in
particolare le strutture per anziani, ai sindaci e ai dirigenti
dell’assessorato alla Salute i sindacati hanno chiesto «quale sia la
strategia nelle strutture per anziani per sostituire il personale che
migra verso il pubblico, la situazione della fornitura dei Dpi agli
ospiti e a tutti i lavoratori coinvolti nel comparto, quale il piano di
intervento per affrontare l’emergenza in atto, quali le strategie per
garantire una maggiore interazione tra aziende sanitarie, servizi
socioassistenziali dei Comuni e territori, anche con un auspicabile
coinvolgimento delle parti sociali, visto che l’interlocuzione tra
vertici delle aziende sanitarie e direttori generali è oggi praticamente
assente». Chiarimenti, inoltre, sono stati chiesti sull’andamento delle
assunzioni aziende per azienda e sul coinvolgimento della sanità 
privata nelle strategie per fronteggiare l’emergenza, vista la messa in
sospensione del personale in molte realtà .
Nel
corso dell’incontro con l’Anci, particolare attenzione è stata dedicata
al tema dell’assistenza domiciliare, sollecitando, assieme all’esigenza
di adottare anche in questo settore tutte le misure necessarie per la
sicurezza di operatori e utenti, «un adeguato piano di assunzioni che
abbracci tutti gli ambiti del welfare territoriali, compresi i servizi
sociali, già  oggi fortemente sotto organico, che saranno chiamati a un
impegno straordinario per far fronte agli effetti economici, sociali e
occupazionali di questa emergenza».