Case di riposo, migliorare gli standard senza aumentare le rette

Il nuovo regolamento sulla riclassificazione e la riqualificazione delle case di riposo dovrà essere accompagnato da misure di abbattimento delle rette a carico delle famiglie. A chiederlo sono i sindacati dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil del Friuli Venezia Giulia. Se da un lato riconoscono che da parte dell’assessore Kosic esiste una volontà reale di confronto con il sindacato, dall’altro i sindacati chiariscono che gran parte delle loro richieste non è stata accolta. «Non soltanto sul versante case di riposo», chiarisce il segretario regionale dello Spi Gio Batta Degano, ma nel complesso degli interventi sanitari e sociali previsti dalla manovra 2009. «Il 4,5% di aumento della spesa sanitaria – precisa – è insufficiente infatti a garantire il fabbisogno, considerata l’esigenza di nuove assunzioni e di rafforzare i servizi territoriali. Ancora peggiore il quadro sul versante sociale, dove la spesa prevista resta è la stessa del 2008, 221 milioni, senza neppure l’adeguamento al tasso di inflazione».
Proprio nell’ambito di quei 221 milioni ricadono i due interventi al centro dell’attenzione dei sindacati pensionati: il finanziamento sulle rette delle case di riposo e il fondo di autonomia possibile (Fap), destinato a finanziare l’assistenza a domicilio degli anziani e delle persone non autosufficienti. «Assistenza a domicilio – dichiara Caterina Martina, segretaria regionale Uilp – che per noi rappresenta la prima scelta, nella convinzione, dimostrata dai fatti, che l’anziano vive meglio e più a lungo se resta nel suo ambiente sociale e familiare». Da qui la contrarietà dei sindacati pensionati, espressa nella piattaforma unitaria, all’autorizzazione di nuove case di riposo: «Con 10.500 posti letto su 1,2 milioni di abitanti – spiega il segretario Fnp Cisl Gianfranco Valenta – l’offerta di questa regione è tra le più alte in Italia. Le risorse, quindi, vanno concentrate sul miglioramento degli standard abitativi e di assistenza nelle strutture già assistenti: con due ore di assistenza minima per i casi più gravi, a fronte dei 90 minuti previsti dal regolamento, la riduzione del tetto massimo di 4 letti per stanza e una maggiore omogeneità degli standard stessi fra struttura e struttura. Il tutto senza che i maggiori oneri legati alla riqualificazione ricadano sulle famiglie».
Spi, Fnp e Uilp chiedono pertanto di aumentare la quota a carico della Regione, che attualmente è di 15,60 euro, e di differenziarla a seconda delle condizioni di reddito degli assistiti e delle loro famiglie. «Ma l’aumento del contributo regionale previsto dal disegno di legge finanziaria 2009 – spiega Mazzotti – è assolutamente insufficiente: da 33 milioni si passa a 36, con un aumento reale di un solo milione sulle case di riposo, dal momento che 2 dei 3 euro di incremento saranno destinati ai centri diurni».