Case di riposo, inaccettabili gli aumenti delle rette

L’aumento delle rette nelle case di riposo è un fatto inaccettabile, in una fase di crisi come quella che stiamo attraversando. È quanto affermano le segreterie regionali dei sindacati dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, che puntano il dito contro «l’inconsistente incremento dei fondi» previsto dalla finanziaria regionale 2009 sulle case di riposo.
L’intervento della Regione per gli ospiti non autosufficienti, denunciano i sindacati assieme a Mario Banelli, presidente dell’Associazione regionale enti assistenza (Area), è fermo dal 2006 a una quota compresa tra i 12,48 e i 15,60 euro giornalieri, a seconda del livello di non autosufficienza. «Questo – spiega Banelli – mentre il costo della vita aumenta, con inevitabili ripercussioni sui bilanci delle case di riposo, che hanno solo tre fonti di entrata: i rimborsi delle aziende sanitarie, i trasferimenti regionali e le rette». In assenza di adeguamenti sulle altre voci, l’aumento della quota a carico delle famiglie diventa quindi un fatto inevitabile. « La Regione – dichiara il segretario regionale dello Spi Gio Batta Degano – deve farsi carico dei maggiori costi, che non possono ricadere ancora una volta sulle famiglie. Il milione di euro in più previsto rispetto allo scorso anno, però, è un intervento del tutto insufficiente, perché corrisponde a un taglio delle rette di circa 40 centesimi al giorno».
Inadeguata, per i sindacati, anche la dotazione del Fondo per l’autonomia possibile: quello che dovrebbe consentire, attraverso il potenziamento dell’assistenza domiciliare, di costruire un’alternativa vera alle case di riposo, alle quali oggi ricorrono circa 10.500 anziani in regione. Le risorse dovrebbero aumentare dai 20,2 milioni del 2008 a 21,8 per il 2009, con un incremento di 1,6 milioni, giudicato insufficiente a far fronte all’aumento naturale della domanda.
«L’assessore Kosic dice cose pienamente condivisibili a livello di principi – denuncia il segretario regionale Fnp-Cisl Gianfranco Valenta – ma sul piano concreto le risposte non sono arrivate».  Senza conseguenze tangibili anche l’incontro con i capigruppo dello scorso 25 novembre: , come spiega Caterina Martina della Uilp–Uil, che giudica «immorale, qualora venga confermata», la scelta di confermare il “bonus” per i consiglieri. «Visto che per gli anziani non si trovano risorse, sarebbe davvero scandaloso spendere 5 milioni per mantenere un simile privilegio».