Cap di Cormons, i pensionati non ci stanno: “Ritardi ingiustificabili”

«Siamo di fronte a un ritardo ingiustificabile: nei prossimi giorni chiederemo un incontro urgente con il direttore generale dell’Aas 2, per rivendicare impegni certi sui tempi di apertura del Centro di assistenza primaria di Cormons». I sindacati pensionati reagiscono così, in una nota unitaria firmata dai segretari provinciali Giuseppe Torraco (Spi-Cgil), Giovanni Boriello (Fnp-Cisl) e Sergio Benvenuti (Uilp-Uil), alle parole del direttore generale dell’Aas Bassa Friulana-Isontina Giovanni Pilati, che in un’intervista rilasciata al Piccolo ha attribuito alla mancata intesa con i medici di base il rinvio dell’apertura del centro.
«I Cap ““ si legge nella nota ““ sono una delle chiavi di volta della riforma sanitaria del 2014, dal momento che si tratta di strutture strategiche per fare dei distretti territoriali il baricentro della sanità  pubblica, garantendo nel contempo l’integrazione tra sanità  e assistenza e rafforzando la prevenzione. Non a caso, infatti, per l’apertura dei centri di Grado e Cormons l’Azienda sanitaria 2 ha concluso nel 2016 un piano d’investimenti di 227 mila euro, la metà  dei quali destinata all’apertura del centro di Cormons. Apertura che lo stesso direttore generale, nel dicembre scorso, aveva annunciato per l’inizio del 2017».
I sindacati non accettano l’alibi addotto da Pilati, che imputa essenzialmente ai medici di base il mancato avvio del centro. «Sappiamo che il contributo dei medici di base ““ scrivono ancora Torraco, Boriello e Benvenuto ““ è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi della riforma e che la nuova convenzione firmata dalle loro associazioni di rappresentanza con la Giunta regionale prevede incentivi mirati al decollo delle aggregazioni funzionali, dei Cap e della cosiddetta medicina di gruppo. Se da un lato è quindi giusto richiamare i medici a un maggiore coinvolgimento e ad una partecipazione più responsabile al processo di riforma, al fine di garantire una maggiore fruibilità  degli ambulatori e una migliore risposta alle mutate esigenze dei cittadini, a partire dalle fasce più deboli come gli anziani, l’avvio del Cap e in generale l’attuazione degli obiettivi della riforma sono responsabilità  che gravano innanzitutto sull’Azienda sanitaria».
Ecco perché, oltre a chiedere un incontro urgente con il direttore generale Pilati, i sindacati dei pensionati, attraverso le rispettive strutture confederali e regionali, solleciteranno anche l’intervento diretto dell’assessore Telesca sia nei confronti dell’azienda che delle rappresentanze dei medici di medicina generale, «per richiamare entrambe le parti alla necessità  di uscire dall’impasse e di evitare un ulteriore, inaccettabile allungamento dei tempi».