Ancora caos sulla Social Card: molti pensionati perderanno il diritto

Dal 13 febbraio 2009 molti pensionati che hanno pensioni basse e che, proprio per questo hanno diritto alla quattordicesima mensilità, istituita con l’accordo Governo-sindacati del 2007, non avranno più accredito di somme sulla Carta acquisti eventualmente posseduta.
A stabilire l’incompatibilità tra i due benefici, se il complesso dei trattamenti supera i 6.000 euro per i pensionati fino a 69 anni o gli 8.000 euro per gli over70, è un messaggio dell’Inps con il quale l’Istituto ha dovuto correggere una sua precedente interpretazione favorevole del 4 febbraio. che, invece, consentiva l’accredito. L’esclusione dei pensionati che hanno la quattordicesima dal diritto alla Carta acquisti, lede un principio fondamentale della legge istitutiva della quattordicesima; infatti, il testo con il quale l’accordo sindacale è stato tradotto in legge dice chiaramente che la quattordicesima non costituisce reddito né ai fini fiscali né ai fini della corresponsione di prestazioni previdenziali e assistenziali.
“Fu una precauzione richiesta dal Sindacato proprio per evitare di dare con una mano e togliere con l’altra” spiega Nazario Mazzotti, della segreteria regionale del Sindacato dei pensionati della CGIL. “La stessa precauzione che era stata presa, in precedenza, per le pensioni di guerra e per l’importo aggiuntivo di 154,94 euro sulla tredicesima e che, di recente, è stata adottata anche per il bonus fiscale straordinario per le famiglie”. 
L’interpretazione ministeriale costringerà l’Inps a rivedere tutti gli accrediti effettuati finora e comporterà la perdita del diritto alla Carta acquisti per molti pensionati, che, considerando anche la quattordicesima, si troveranno fuori dei limiti di reddito soltanto per effetto dell’adeguamento della loro pensione alla crescita dei prezzi. 
“Il numero di persone – continua Mazzotti – che hanno ottenuto la Carta acquisti a livello nazionale è meno di un terzo di quello che il ministro Tremonti aveva annunciato: solo circa 500.000 attivate su una previsione di 1,3 milioni. In Friuli Venezia Giulia è andata anche peggio: circa 3.000 attivate su una previsione di 25.000. Un flop eclatante che conferma le richieste dello SPI e della CGIL di accantonare un esperimento fallito per integrare invece con le risorse disponibili le pensioni più basse, ed in FVG di destinare le risorse non utilizzate per aiutare le famiglie più povere e per sostenere i non autosufficienti assistiti a domicilio o nelle case di riposo”. 
Successi di governo: annunci roboanti e poca sostanza. Con questa disposizione governativa, a nostro parere in contrasto con le norme di legge in vigore, considerando che sono circa 1,3 milioni i beneficiari della 14°, si ridurrà ancora notevolmente la platea dei fruitori della Social card. Il Governo aveva interesse a dire che avrebbe fornito un aiuto alle persone in difficoltà economica, in questo periodo di crisi, ma non aveva alcuna reale intenzione di farlo veramente, per non impegnare risorse economiche a favore delle fasce più povere della popolazione.
Una vergognosa speculazione politica sulle pelle dei soggetti economicamente più deboli. Solo così si spiega la disorganizzazione del servizio, la disinformazione sistematica e il continuo balletto di interpretazioni che hanno caratterizzato fin dall’inizio questa triste vicenda.